Il consulente web marketing è una figura che non può mancare all’interno di un’azienda e, proprio per questo, ormai richiestissima nel mercato del lavoro odierno. Definire le sue competenze, talvolta, può risultare problematico: a seconda dei casi, infatti, l’area di intervento, può includere tanto le campagne pubblicitarie online quanto la gestione dei profili social, la definizione del piano editoriale per il blog o il restyling in ottica SEO del sito.
Insomma, parliamo di un professionista che opera a contatto con reparti diversi, dal team creativo agli esperti del ramo tecnico-informatico. La sua è una formazione multidisciplinare, flessibile e costantemente in divenire: la sola conoscenza dei principi di base del marketing non è sufficiente per garantire i risultati sperati. Ad essa, infatti, occorre aggiungere skills e nozioni sempre nuove, fresche ed in linea con ciò che accade sul web in tempo reale.
Se le attività svolte dai consulenti web marketing risultano ancora poco chiare, specialmente per chi non ha una stretta familiarità con questo campo, a livello fiscale la situazione si complica ulteriormente. Tra gli aspetti che destano maggiori dubbi, vi è certamente l’inquadramento previsto per tali figure: vanno trattati come liberi professionisti, oppure come impiegati?
Quando è necessaria la Partita IVA da consulente web marketing?
Per cercare di far luce su questo argomento, proviamo a delineare le caratteristiche di un’attività libero-professionale, per poi valutare se il lavoro svolto dal consulente web marketing rientra o meno in questa fattispecie.
Secondo la legislazione italiana, la libera professione si basa su 3 aspetti:
– l’esecuzione di un lavoro in cui prevale lo sforzo intellettuale;
– la stabilità e continuità nel tempo;
– l’auto-organizzazione in fatto di orari, postazione, ecc..
Dunque, se il consulente web marketing è tenuto a rispettare dei turni fissi ed a recarsi obbligatoriamente in ufficio, se è soggetto a costante supervisione e non è libero di pianificare l’agenda giornaliera, il suo lavoro si configura come subordinato. Diversamente, se può decidere da sé dove e quando lavorare al progetto, attenendosi unicamente alla data di consegna concordata in precedenza, la modalità è quella della libera professione.
Deve, quindi, aprire necessariamente la Partita IVA? Dipende.
Sono infatti previste delle eccezioni, che consentono ai soggetti privi di Partita IVA di effettuare prestazioni di lavoro autonomo in modo occasionale.
Tuttavia, ciò è concesso per le sole collaborazioni di carattere “episodico”, ossia non ripetute nel corso dell’anno e di durata inferiore ai 30 giorni.
Al contrario, se la collaborazione si svolge per un periodo più lungo o si ripete in maniera regolare (ad esempio, ogni primo week-end del mese), il consulente web marketing è obbligato ad attivare la sua Partita IVA.
La procedura – gratuita per tutti i professionisti – può essere completata anche in maniera telematica, contattando un consulente online per definire correttamente il Codice ATECO e scegliere il regime fiscale più indicato.