In questi giorni, l’utilizzo sempre più diffuso e apprezzato dell’intelligenza artificiale, ha aperto un ampio e profondo dibattito legato al futuro della scrittura. Ci si chiede se nei prossimi anni AI sarò capace di sostituire completamente il genio umano.
La scrittura come atto d’amore ed esercizio d’arte
Scrivere è un’arte, un sublime atto di creazione. Le parole possono emozionare, entusiasmare, motivare qualcuno ad essere migliore di quello che è oppure a fare più di ciò che fa. Attraverso l’arte di scrivere, l’autore si trasforma in un mago capace di plasmare i pensieri, evocare scenari, attrarre i lettori in modo intimo e profondo. Basterebbero queste poche osservazioni a far comprendere come l’intelligenza artificiale, pur diventando un ottimo strumento facilitatore, non potrò mai sostituire del tutto il genio umano. Tuttavia, già da qualche tempo, si elaborano romanzi utilizzando piattaforme di scrittura artificiale generativa con risultati abbastanza buoni.
Un libro scritto con l’intelligenza artificiale!
Il libro “Death of an Author,” firmato da Aidan Marchine (pseudonimo di Stephen Marche), ha fatto il suo ingresso nel panorama editoriale lo scorso 9 maggio, suscitando un dibattito che va al di là della trama stessa. Questo giallo ha suscitato interesse non tanto per la storia in sé, ma per il fatto di essere stato realizzato con l’ausilio prevalente dell’intelligenza artificiale generativa. Stephen Marche, autore canadese noto per il suo lavoro di saggista e commentatore culturale, ha adottato un approccio innovativo nell’ideazione di questo romanzo. L’aspetto rivoluzionario sta nel coinvolgimento di AI che ha contribuito in misura significativa alla creazione del testo finale. Più del 90% delle parole presenti in “Death of an Author” sono state generate da piattaforme dedicate, aprendo la strada a nuovi modelli di scrittura e storytelling. L’interesse di Marche per l’IA risale al 2017, ma è stato solo in tempi recenti che ha sfruttato l’IA generativa in questo modo innovativo. “Death of an Author” rappresenta un esperimento, una finestra aperta su un possibile futuro in cui l’intelligenza artificiale collabora attivamente con gli autori umani.
Uno strumento, non un sostituto
Chi ama scrivere o chi vive di scrittura non deve sentirsi minacciato dall’impiego dell’intelligenza artificiale. Al contrario, queste piattaforme potrebbero essere considerate un valido aiuto. L’obiettivo di questa nuova metodologia, infatti, è quello di offrire agli scrittori uno strumento che li assista nel processo creativo. L’intelligenza artificiale generativa può suggerire e perfezionare frasi, grammatica e struttura, ma ancora non è in grado di creare autonomamente testi emozionalmente coerenti e coinvolgenti.
Perché il genio umano non verrà sostituito
L’intelligenza artificiale, per quanto avanzata, non può sostituire il genio umano in quanto manca della ricchezza e della profondità dell’esperienza umana. Un uomo ha un modo di vedere e intendere le cose che non può essere emulato con facilità. IA, tuttavia, può eseguire compiti specifici in modo efficiente e accurato, pur mancando dell’intuizione, dell’empatia e della creatività intrinseca dello scrittore o del creatore di contenuti in generale. Si pensi per esempio alla fotografia. Un altro settore che rischia di essere travolto (o potenziato) dall’uso dell’intelligenza artificiale. Il genio umano nasce dalla complessità delle emozioni, delle connessioni neurali e delle esperienze di vita e anche solo per questo potrebbe essere considerato insostituibile. Esso può creare opere d’arte che trasmettono emozioni, scrivere testi che toccano le corde dell’anima e inventare concetti che spingono i confini del pensiero. La creatività umana è alimentata da una gamma infinita di influenze culturali, emozioni, intuizioni e conoscenze (personali e collettive) che si intersecano in modi unici e imprevedibili. L’IA può emulare modelli preesistenti, ma manca della capacità di concepire idee completamente nuove e innovative. Il genio umano si manifesta nella capacità di affrontare l’ignoto con coraggio e originalità dote di cui, con molta probabilità, l’intelligenza artificiale resterà sempre priva.
L’importanza di scrivere. A scuola non si scrive più
Una crescente fonte di preoccupazione emerge in merito all’impiego dell’intelligenza artificiale generativa nell’elaborazione di testi. Se ben utilizzata da individui con basi solide di conoscenze e abilità, questa tecnologia può fungere da valido supporto. Tuttavia, la crescente povertà educativa rappresenta un’ombra inquietante. Questo fenomeno comprende non solo l’abbandono scolastico, ma anche un declino culturale che allarma e interroga. L’allontanamento dalla pratica della scrittura e della lettura è sempre più diffuso tra giovani e giovanissimi. E ciò che è ancor più preoccupante è che tale tendenza coinvolge sempre più anche gli adulti. Il rischio, per il futuro, è l’accrescersi di questo divario tra chi può sfruttare appieno le risorse dell’IA potenziando le proprie e chi ne rimane escluso. In particolare, la mancanza di interesse verso la scrittura e la lettura tra i giovani e gli adulti è un campanello d’allarme in quanto mette a rischio il pensiero critico. Ci sono grandi preoccupazioni per il futuro della scuola e di molte competenze ormai cadute in disuso come quella legata alla scrittura di testi.
Il pensiero critico (che AI non ha)
Il pensiero critico è una competenza intellettuale e cognitiva che coinvolge l’analisi, la valutazione e l’interpretazione di informazioni, concetti o situazioni in modo razionale, obiettivo e riflessivo. Non si limita a prendere in considerazione un unico punto di vista, ma cerca di esplorare diverse prospettive e fonti di informazione al fine di formulare giudizi informali e ben ponderati. Non esiste pensiero critico senza la capacità di scavare affondo nelle cose. Il pensiero critico promuove la curiosità, la riflessione e la capacità di fare domande. Aiuta le persone a prendere decisioni informate, a risolvere problemi in modo strategico e a comunicare le proprie opinioni in modo efficace. Tutte abilità che nascono dall’esercizio, dall’impegno e dallo studio.