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Data Act europeo: quali sono le nuove regole?

Data Act europeo: approfitta di un mercato competitivo, riduci i costi di migrazione e accedi ad una vasta gamma di soluzioni "multi-cloud" per ottimizzare la gestione dei dati e promuovere l'innovazione aziendale.

Da Redazione
27 Marzo 2024
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Data Act europeo: quali sono le nuove regole?
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L’avvento della digitalizzazione ha portato con sé una crescente consapevolezza dell’importanza dei dati e della necessità di regolamentare la loro gestione. In questo contesto, l’Unione Europea ha introdotto il Data Act Europeo, un quadro normativo che stabilisce nuove regole per la raccolta, la conservazione e l’uso dei dati all’interno del blocco comunitario.

I diritti di accesso e utilizzo dei dati generati nei Paesi dell’Unione Europea, estesi a tutti i settori economici, stabiliscono chiaramente le modalità di condivisione delle informazioni industriali. Nel frattempo, si è manifestato il parere dell’avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea riguardo alle misure adottate dall’Italia nei confronti delle grandi aziende tecnologiche operanti nei servizi di intermediazione online e di e-commerce. Secondo tale parere, non è lecito imporre obblighi generali e astratti, sottolineando la necessità di un approccio più specifico e mirato nella regolamentazione di tali settori.

La recente legislazione mira a semplificare la transizione da un fornitore all’altro di servizi di elaborazione dati, implementando provvedimenti di tutela per prevenire trasferimenti illeciti di informazioni da parte dei fornitori di servizi cloud. Inoltre, prevede l’istituzione di standard di interoperabilità, agevolando così il riutilizzo dei dati tra diversi settori. Importante notare che il Data Act entrerà in vigore tra 20 mesi, precisamente il 11 settembre 2025.

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IoT: una rivoluzione normativa per la protezione dei dati personali

L’entrata in vigore del Data Act Europeo segna una svolta significativa nella regolamentazione dei dispositivi IoT (Internet of Things), che sempre più permeano la nostra vita quotidiana. La legislazione introduce nuovi diritti per gli utenti di prodotti connessi, ponendo una maggiore enfasi sulla trasparenza e la salvaguardia della privacy.

Il regolamento, in particolare, conferisce agli utenti una chiara visione sulle modalità di raccolta e utilizzo dei dati generati da dispositivi IoT. Questo rappresenta un passo avanti cruciale nel garantire che gli individui abbiano il controllo delle proprie informazioni personali, promuovendo così un ambiente digitale più etico e responsabile.

Il focus sulla trasparenza è centrale: gli utenti devono essere informati in modo chiaro e comprensibile su come i loro dati vengono raccolti e utilizzati dagli oggetti connessi. Tale trasparenza non solo rafforza la fiducia degli utenti nel utilizzare dispositivi IoT, ma consente loro di prendere decisioni consapevoli riguardo alla condivisione delle proprie informazioni personali.

Inoltre, il Data Act europeo spinge gli sviluppatori e i produttori di dispositivi IoT a implementare misure di sicurezza avanzate per proteggere i dati degli utenti. Questo aspetto è fondamentale, considerando il crescente numero di minacce informatiche e la necessità di garantire che i dispositivi connessi siano sicuri e affidabili.

Sfruttare la collaborazione tra settore pubblico e privato: il ruolo chiave del Data Act europeo

Il Data Act europeo apre nuovi orizzonti nella collaborazione tra il settore pubblico e privato, consentendo agli enti pubblici di accedere e utilizzare i dati detenuti dal settore privato per rispondere in modo efficace alle emergenze pubbliche, come inondazioni e incendi. Questa sinergia diventa importante quando le informazioni richieste non sono immediatamente disponibili attraverso altre fonti, offrendo agli enti pubblici uno strumento prezioso per affrontare situazioni di crisi.

Un aspetto innovativo della legislazione è la protezione fornita alle imprese europee da condizioni contrattuali abusive nei contratti di condivisione dati, in cui una parte cerca di imporre unilateralmente condizioni sfavorevoli all’altra. Questa disposizione è particolarmente vantaggiosa per le piccole e medie imprese (PMI), consentendo loro di partecipare in modo più attivo al mercato dei dati. Le PMI, spesso limitate da risorse e potere contrattuale ridotto rispetto alle grandi imprese, adesso beneficeranno della tutela fornita dal Data Act europeo.

Garantire la continuità e la libera scelta: il passaggio tra diversi fornitori cloud con il Data Act europeo

Una delle innovazioni chiave introdotte dal Data Act Europeo riguarda la fluidità del passaggio tra diversi fornitori di servizi cloud, offrendo ai clienti la possibilità di migrare senza soluzione di continuità e, alla fine, gratuitamente. Questa disposizione mira a promuovere la concorrenza e a stimolare la scelta sul mercato, evitando al contempo situazioni in cui i fornitori possono bloccare gli utenti.

L’obiettivo principale è creare un ambiente in cui qualsiasi impresa europea possa sfruttare una strategia “multi-cloud“, combinando servizi di dati provenienti da diversi fornitori di cloud. Questo approccio non solo aumenta la flessibilità e la personalizzazione dei servizi, ma offre anche un’ampia gamma di opportunità nel mercato cloud dell’Unione Europea.

Un beneficio significativo di questa normativa sembra essere la riduzione dei costi per le aziende e le amministrazioni quando decidono di spostare i loro dati e le applicazioni su un nuovo provider cloud. La facilità e l’economicità del processo di migrazione promuoveranno un ambiente competitivo e dinamico, incoraggiando le imprese a esplorare le opzioni disponibili sul mercato.

La strategia “multi-cloud” diventa dunque, una leva strategica per le imprese europee, consentendo loro di ottimizzare la gestione dei dati, migliorare le prestazioni e mitigare i rischi legati alla dipendenza da un singolo fornitore. Questa diversificazione non solo contribuirà a garantire la resilienza delle operazioni aziendali, ma anche a sostenere l’innovazione attraverso la combinazione di diverse soluzioni cloud.

Bocciate le misure italiane per le piattaforme di intermediazione online

Un aspetto controverso del Data Act europeo è rappresentato dalla valutazione delle misure italiane riguardo alle piattaforme di intermediazione online. Secondo il regolamento, alcune di queste misure sono state bocciate, con l’avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea Maciej Szpunar, che ha sottolineato la necessità di evitare obblighi generali e astratti affermando che:

In tale contesto, uno Stato membro può raccogliere soltanto informazioni in relazione agli obblighi che gli sono imposti da tale regolamento e agli obiettivi che quest’ultimo persegue.

Questa decisione solleva questioni importanti sulla regolamentazione delle grandi piattaforme digitali e sottolinea la complessità nel trovare un equilibrio tra la regolamentazione necessaria e la preservazione dell’innovazione.

Conclusioni: adattarsi ad un nuovo scenario normativo

In conclusione, il Data Act europeo rappresenta un passo significativo verso una gestione più efficace e trasparente dei dati nell’Unione Europea. Mentre introduce nuovi diritti per gli utenti e promuove la condivisione dei dati, presenta anche sfide e controversie, come nel caso delle misure italiane per le piattaforme online. Aziende e organizzazioni sono ora chiamate a comprendere e adattarsi a questo nuovo scenario normativo, bilanciando l’innovazione con la necessità di proteggere la privacy e la sicurezza dei dati.

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