Gli ultimi anni hanno messo davvero in crisi la nostra società. Tutto ciò per cui abbiamo lavorato e sudato per una vita intera si è ridotto in fumo in pochissimi anni. La crisi finanziaria e economica del 2008 prima, l’instabilità di governo poi, fino ad arrivare alla pandemia e per condire il tutto lo scoppio della guerra sono state ferite profonde nel panorama finanziario italiano e non solo, portando tantissime famiglie sull’orlo della disperazione e senza più quei risparmi messi insieme con fatica dopo anni di sacrifici.
Molti imprenditori, sognatori pratici del nostro tempo, che hanno tentato di rimanere a galla nonostante tutte queste difficoltà, hanno dovuto fare i conti infine con la condizione di sofferenza economica e, in moltissimi casi, con il protesto bancario.
Cosa significa essere protestati
In materia di diritto pubblico, l’essere protestati comporta l’essere iscritto all’interno dell’apposito registro informatico dei protesti, un elenco dei privati o delle società che non sono state in grado di fare fronte a dei pagamenti imposti ufficialmente. I soggetti competenti nella redazione del protesto sono i pubblici ufficiali abilitati, notai, ufficiali giudiziari o segretari comunali, nonché delle figure chiamate presentatori, nominate dalla corte d’appello, oppure messi comunali. La condizione è normata da alcuni articoli di legge, come ad esempio gli artt. da 51 a 73 del R.D. 14 dicembre 1933 n. 1669 per la cambiale e negli artt. da 45 a 65 del R.D. 21 dicembre 1933, n. 1736 per l’assegno, poi parzialmente modificate entrambe con la legge 12 giugno 1973, n. 349. Per quanto riguarda la pubblicità del protesto invece, con cui si rende nota la condizione del protestato a eventuali altri creditori, questa è normata dalla legge 18 agosto 2000, n. 235. In linea di massima, l’essere oggetto di un protesto bancario significa essere dichiarato incapace ad adempiere ai pagamenti e questa condizione può accadere tanto a persone fisiche che aziende. Un protestato che non sia in grado di uscire da tale condizione può arrivare ad essere dichiarato fallito, quando cioè con una sentenza definitiva di fallimento, un tribunale decreta che l’imprenditore o la società debba liquidare la sua azienda o i suoi beni al fine di adempiere ai pagamenti del protesto.
Gli effetti del protesto
Comparire all’interno del registro informatico dei protesti ed essere oggetto di pubblicità del protesto, significa che tutti sono in grado di verificare lo stato di protestato e si acquisisce automaticamente la fama di cattivo pagatore.
Concretamente poi, l’avvio della procedura di protesto bancario comporta il pagamento di una sanzione pecuniari, oltre al fatto che il creditore possa rivalersi della somma dovuta tramite pignoramento e conseguente vendita anche all’asta dei beni del protestato e dello stipendio del debitore anche se entro i limiti di legge.
L’avvenuta iscrizione nel registro, fatta ad opera dell’ufficiale giudiziario, arriva inoltre alla Prefettura di competenza territoriale, che provvede ad informare la Banca d’Italia: ecco così che si sarà interdetti dai servizi di banche e Istituti di credito, e verrà emessa nei nostri confronti la revoca dei sistemi, ovvero il divieto di emettere assegni tramite restituzione di tutti i libretti in possesso.
Never give up: un aiuto per risollevarci
Ma essere protestato non è la fine della tua vita e del tuo sogno imprenditoriale! Da questa condizione si può uscire. Se infatti in un primo momento sembrerà che il mondo ci sia caduto addosso, e che tutti i sacrifici e gli sforzi fatti fino a questo momento siano sfumati nel vento, possiamo dire che non tutto è perduto e che prima di disperarsi ci sono enti e società che possono aiutarci nel risollevare la nostra vita.
Se infatti non saremo più benvenuti negli istituti bancari e di credito, ci sono esperti del settore, come noi, specializzati in particolare in protesti, che possono aiutarci nella ricerca di altre risorse e altre fonti di ‘credito’ che ci aiuteranno a pagare gli insoluti.
Una volta pagato il debito infatti, con qualche differenza tra debito di cambiale o assegno, è possibile richiedere la riabilitazione ufficiale e quindi la cancellazione dal registro dei protestati.
Ma come è possibile ottenere uno strumento che mi permetta tutto ciò? La risposta è grazie ai conti di moneta elettronica, una specie di conto corrente per protestati, vere e proprie ancore di salvataggio che possono essere aperti anche a soggetti in sofferenza, protestati, società fallite o debitori segnalati presso gli istituti di credito.
Questi conti vengono aperti tramite conversione di fondi in valore monetario elettronico.
L’ente emittente quindi, ricevuta una data somma, aprirà a nome del richiedente un conto, che opera quindi sempre su base attiva, e convertirà la somma in moneta elettronica. Attraverso questa, il titolare del conto potrà finalmente effettuare pagamenti nei confronti di persone fisiche o giuridiche. Tali somme non sono oggetto di interessi e su di esse non vigono sistemi di garanzia che invece sono tipici dei depositi.
Sei un imprenditore in difficoltà, un sognatore concreto che è stato oggetto di protesto bancario o un’azienda segnalata presso gli istituti di credito? Hai bisogno di aprire un conto corrente per protestati? Never give up, ti aiutiamo noi a trovare la soluzione su misura per te.