Avete mai sentito parlare del regolamento eIDAS? In passato ci si presentava con una stretta di mano, i contesti erano molto più fisici e bastava poco per farsi riconosce in paese o in città. I servizi di prossimità erano gestiti da piccoli uffici territoriali solo formalmente connessi tra di loro. Il tempo ha cambiato molte cose e l’evoluzione della tecnologia ha allargato il recinto al mondo intero. Un mondo che, peraltro, continua a correre verso un processo di digitalizzazione sempre più definito. Oggi, è inutile negarlo, l’identità digitale è diventata una parte essenziale della nostra vita quotidiana. Esistiamo nel mondo reale ma se non esistessimo anche in quello digitale avremmo molti limiti ad accedere alcune prestazioni e servizi. Ma torniamo ad eIDAS acronimo di “Electronic Identification, Authentication and Trust Services“. Si tratta di un regolamento, entrato in vigore nel 2016, che ha rivoluzionato il modo in cui gestiamo l’identità elettronica in Europa. L’introduzione, da parte dell’Unione Europea, è sta dettata da diversi motivi il primo tra tutti quello di garantire la sicurezza e la fiducia nelle transazioni elettroniche.
Il domicilio digitale
Il Piano Italia Digitale 2030 rappresenta un passo significativo verso la piena cittadinanza digitale e presenta una serie di iniziative fondamentali, come l’identità e il domicilio digitale. Un ruolo fondamentale è rivestito dal PNRR. L’asse di riforma su cui concentrarsi è denominato ‘Introduzione delle linee guida “cloud first” e interoperabilità’. Prevede una revisione del domicilio digitale e la sua integrazione con l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) per garantire corrispondenze digitali affidabili e sicure tra cittadini e pubblica amministrazione. Il diritto di accedere ai servizi online offerti dalla pubblica amministrazione e dai gestori di pubblici servizi tramite l’identità digitale è sancito dal Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD articolo 3-bis). I cittadini si aspettano che questo diritto di cittadinanza sia riconosciuto in modo semplice, certo e sicuro. Il domicilio digitale è regolamentato dal Codice dell’Amministrazione Digitale, che dedica sei articoli a definire, stabilire gli effetti, gli ambiti, gli obblighi e le opportunità legate a questo servizio. Normativamente, il domicilio digitale è descritto come “un indirizzo elettronico designato presso un servizio di posta elettronica certificata o un servizio elettronico di recapito certificato qualificato” (articolo 1, comma 1 e lettera n-ter del CAD). Pertanto, può coincidere con una PEC o un recapito certificato qualificato conforme al regolamento UE n° 910/2014 (eIDAS), che ha il medesimo valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno. Il primo passo verso l’adozione del domicilio digitale per tutti è stato definito dall’art. 37 del D.L. 76/2020 (Decreto Semplificazioni), il quale ha reso obbligatoria la comunicazione telematica del domicilio digitale delle imprese al Registro delle imprese e ai relativi ordini o collegi professionali.
Il Regolamento eIDAS, vediamolo da vicino
Il regolamento eIDAS è stato emanato il 23 luglio 2014 e ha piena efficacia dal 1 luglio del 2016. Si tratta di un vero e proprio acceleratore della trasformazione digitale in Europa perché si pone come obiettivo di promuovere l’innovazione, la fiducia e la crescita economica. Ma cosa contiene nello specifico e perché è così importante? Il regolamento europeo eIDAS ha lo scopo di facilitare l’uso delle identità digitali in tutti i paesi dell’Unione Europea, consentendo ai cittadini, alle imprese e alle autorità di utilizzare un’identità digitale valida in tutti gli Stati membri. Questo significa che non è più necessario avere diverse identità digitali per accedere a servizi online in diversi paesi europei ma ne basta una sola valida per l’intero territorio. Le conseguenze e i vantaggi sono ovvi e immediati.
- La vita delle persone si semplifica. I servizi sono più immediati e questo implica un significativo risparmio di risorse, energie e tempo. Benefici che ricadono in termini positivi sulla qualità della vita.
- Le diverse infrastrutture nazionali di identità digitale migliorano la loro interoperabilità. Questo significa che si pongono nelle condizioni di creare una rete organica ed efficiente capace di interconnettere luoghi lontani garantendo, in ogni caso, l’efficacia di un servizio di prossimità. (Molto più rapidamente, peraltro!)
- Cresce il livello di sicurezza per le transazioni online. Questo è fondamentale per prevenire frodi e garantire che le informazioni personali dei cittadini siano protette in modo adeguato.